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Coaching per innovatori
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Società Benefit e Beneficio Comune: Guida alla Trasformazione per un Impatto Duraturo 28 May 2024 6:08 AM (10 months ago)

Essere una Società Benefit va oltre una mera etichetta giuridica; rappresenta un impegno tangibile verso il bene comune. Ma cosa significa esattamente essere una Società Benefit e come ci si trasforma per abbracciare questa visione?

 

La Società Benefit: Definizione e Impegno

Una Società Benefit è un’organizzazione a scopo di lucro che si impegna a generare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente, oltre al profitto finanziario. Questo impegno si manifesta attraverso azioni concrete, ad esempio:

 

Le Finalità di Beneficio Comune: Definizione e Importanza

Le Finalità di Beneficio Comune sono gli obiettivi specifici che un’azienda si impegna a raggiungere per generare impatti positivi.

Quando si sceglie di fare il passo della trasformazione e apportare modifiche al proprio statuto societario è davvero importante compiere le giuste azioni preparatorie perché poi per tutti gli anni a venire, ogni volta che scriverà la relazione di impatto annuale si farà riferimento a quanto indicato in origine e se non è stato ben ragionato sarà sempre più faticoso valutare gli impatti (e si correrà il rischio di sanzioni per pubblicità ingannevole).

Queste finalità sono fondamentali per:

 

Il Percorso verso la Trasformazione

La trasformazione in una Società Benefit richiede:

 

Se la tua azienda sta valutando questa trasformazione, contattaci per una consulenza informativa. Siamo qui per guidarti verso un futuro di impatto positivo e sostenibile.

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Percorsi di Sviluppo Sostenibile: L’Importanza della Formazione Aziendale 14 May 2024 5:13 AM (11 months ago)

Le aziende, sempre più consapevoli dell’importanza di abbracciare la sostenibilità, si trovano di fronte a un crocevia cruciale: identificare e progettare percorsi di transizione verso pratiche utili e concrete per uno sviluppo sostenibile.

Questo articolo esplora il ruolo fondamentale della formazione aziendale per gestire al meglio le scelte strategiche, gli obblighi legislativi, le richieste dei clienti e altre influenze che spingono le imprese verso la percorsi di sviluppo sostenibile.

L’Importanza della Formazione

Molte aziende si concentrano solo sulle questioni tecniche legate alla sostenibilità, come la decarbonizzazione e gli aspetti ambientali, trascurando spesso l’importanza di preparare adeguatamente il personale per questo cambiamento.

Questa mancanza di preparazione può generare incertezza e resistenza, poiché collaboratori e collaboratrici temono di non essere in grado di gestire gli impegni esistenti insieme alle nuove iniziative di sostenibilità.

Coinvolgere il Personale Chiave

Il primo passo cruciale è coinvolgere i vertici aziendali in attività di formazione. Questo crea le basi mentali necessarie per comprendere i benefici e i vantaggi dei percorsi di sviluppo sostenibile.

È essenziale fare comprendere che la sostenibilità non è un carico aggiuntivo, ma un elemento centrale del modello di business e delle strategie aziendali.

Il Ruolo Centrale delle Persone

A volte dimenticato, il personale è il vero motore dell’impresa. Coinvolgere collaboratici e collaboratori attivamente nel processo di transizione aumenta la probabilità di successo e migliora le performance complessive dell’azienda in modo continuativo.

Continuare il Supporto

Una volta completata la formazione iniziale, è essenziale fornire supporto continuo attraverso attività di affiancamento, mentoring e/o coaching.

Queste attività aiutano a sviluppare piani d’azione, coinvolgere tutti , implementare approcci efficienti per la raccolta dati e mantenere alta l’attenzione sul percorso di sostenibilità.

In sintesi, la formazione aziendale rappresenta un elemento fondamentale per il successo dei percorsi di sviluppo sostenibile.

Investire nelle competenze e nella consapevolezza del personale è cruciale per garantire una transizione efficace e sostenibile verso pratiche aziendali più responsabili e orientate al futuro.

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Strumenti d’azione e d’impatto 13 Dec 2023 3:37 AM (last year)

Quante volte ti capita di non riuscire a fare tutto quello che vorresti fare?

È un esigenza che hanno in molti! Le soluzioni per farcela ci sono, ma serve prima identificarne le cause.

Qualche esempio:

 

Per identificare le migliore soluzione può essere di grande avuto avere a fianco un coach in carne e ossa oppure su carta.

In questi mesi in Creography® siamo stati coinvolti in due progetti legati a gestire le scadenze, organizzare il tempo e portare a terra gli obiettivi.

1) Il primo è quello dell’imprenditore Danilo Beltrante, direttore di Vivere di Turismo Business School:

doveva scrivere il suo secondo libro, aveva l’editore in attesa, ma era in stallo.

Ci ha coinvolti per fare chiarezza e avere supporto per creare tempo e ritmo per scrivere le sue idee e soluzioni per spiegare come si può vivere di turismo.

 

È andato tutto bene grazie a una serie di appuntamenti on line, sia sincroni che asincroni, con il nostro speciale format, per aiutarlo focalizzarsi sul suo obiettivo e a concretizzarlo in tempo perché fosse pronto per l’evento di novembre.

 

2)  Il secondo progetto è legato alla creazione di uno Strumento d’azione e d’impatto con il fondamentale coinvolgimento di Federica Baldo di Greenbranding.it

Manuel Gasparotto, presidente dell’Ordine dei Periti Industriali di Vicenza (che già conosce il nostro Impact Notebook), ci ha coinvolti per ideare e realizzare uno strumento per aiutare gli associati dell’ordine a organizzarsi, rispettare le scadenze e puntare al miglioramento continuo.

Ne è nato piBook, un planner settimanale perpetuo. Non si tratta di un’agenda ma di un strumento di pianificazione, misurazione e miglioramento professionale.

 

Il focus nella progettazione è stato di creare uno strumento semplice e visuale, che accompagni e dia degli spunti di organizzazione, senza dover dedicare molto tempo a scrittura o lettura. La suddivisione è non in mesi ma in sprint di 4 settimane. Al termine di ogni sprint si trova un approfondimento tematico: per il 2024 è  sulla sostenibilità.

Su carta perché la scrittura a mano organizza le informazioni nel cervello in modo tale da sviluppare e potenziare la capacità di ricordare e stimolare il pensiero astratto e creativo, creando nuovi connessioni di senso.

E grazie a un qrCode che porta ad una cartella di Google Drive ricca di approfondimenti, è anche un po’ digitale.

 

Per approfondire gli aspetti grafici e tecnici di piBook e per le foto, rimandiamo al dettagliato articolo di Federica Baldo

Per approfondire come aiutiamo i nostri clienti con servizio Strumenti d’Azione questo è il link

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La partnership come fondamento della sostenibilità: la collaborazione con Serena Moscardelli 25 Jul 2023 11:22 PM (last year)

I percorsi di Creography si intrecciano con quelli di altr_ professionist_

Serena Moscardelli è una Green Marketing Advisor, Responsabile Sostenibilità FedAPI, Referente ASviS tavolo 12, Docente Green Marketing Ascheri Academy- Londra

Con lei vogliamo aiutare le organizzazioni a integrare la sostenibilità in modo autentico in tutte le loro attività e decisioni quotidiane.

Il nostro obiettivo è rendere i valori della  sostenibilità accessibili a tutti.

Siamo consapevoli che una cultura aziendale sostenibile non può essere costruita solamente attraverso azioni superficiali o ancor meno di greenwashing. 

È necessario un cambiamento nelle abitudini e nelle mentalità dei membri dell’organizzazione per garantire una trasformazione reale e significativa.

Alleniamo a prepararsi per un Futuro Sostenibile: 

I nostri percorsi offrono una guida pratica e concreta per avviare un processo di cambiamento culturale autentico e duraturo verso la sostenibilità. Sappiamo che senza una cultura solida, qualsiasi sforzo di sostenibilità può facilmente degenerare in greenwashing. Unisciti a noi per costruire un futuro sostenibile per la tua azienda e per il nostro pianeta.

Il nostro processo per la trasformazione 

 

Scrivici per ricevere i materiali di presentazionesilvia@creography.com

– Oppure fissa un incontro per approfondire attraverso una video chiamata.

Insieme, possiamo fare la differenza.

I 5 passi per orientarsi alla sostenibilità

 

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I 5 passi per orientarsi alla sostenibilità 20 Jul 2023 9:49 AM (last year)

In questo articolo esploreremo l’importanza di cambiare le abitudini aziendali e sviluppare una cultura sostenibile autentica e duratura. La sostenibilità non è solo una tendenza o un’esigenza normativa, ma un imperativo per costruire un futuro responsabile per le nostre aziende e per il pianeta. 

Questo cambiamento può diventare un motore di crescita e successo per le imprese andando ben oltre il greenwashing.

Ci rivolgiamo a imprenditor_, dirigenti, professionisti delle risorse umane e a tutti gli interessati ad abbracciare la sostenibilità nel loro modello di business e a coinvolgere i collaboratori come agenti di cambiamento nelle azioni quotidiane.”

Se la tua azienda aspira a un futuro sostenibile e durevole, se desideri creare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente, allora sei nel posto giusto per iniziare “l’allenamento.

I 5 principi guida

Costruire una Cultura Aziendale Sostenibile: 

Serve andare oltre le misure superficiali e scenografiche. Devi mirare a una trasformazione culturale autentica, che coinvolga e motivi tutti i membri dell’organizzazione. 

Cambiare le abitudini aziendali richiede un impegno profondo e una leadership consapevole che ispiri e guidi gli altri verso un futuro responsabile.

Integrazione della Sostenibilità in Tutte le Attività: 

La sostenibilità non può essere un’azione di marketing o di un reparto separato nell’azienda. Deve essere integrata in tutte le attività e decisioni quotidiane. Ciò significa valutare attentamente le abitudini e le pratiche attuali per identificare le aree di miglioramento e implementare azioni concrete e misurabili. Solo attraverso questa integrazione, la sostenibilità può diventare parte del DNA aziendale.

Superare le Barriere al Cambiamento: 

Il cambiamento non è sempre facile, soprattutto quando si tratta di abitudini consolidate. È importante identificare e superare le barriere al cambiamento all’interno dell’organizzazione. Ciò potrebbe richiedere la creazione di un ambiente di lavoro collaborativo e inclusivo, la formazione e la sensibilizzazione dei dipendenti, nonché il coinvolgimento attivo dei leader aziendali per creare un clima di supporto al cambiamento.

Il Ruolo della Leadership e dell’Impegno Autentico:

La leadership gioca un ruolo fondamentale nella trasformazione culturale verso la sostenibilità. I dirigenti devono essere i primi a integrare i valori della sostenibilità e ad agire come modelli per gli altri. L’impegno autentico è ciò che differenzia un’azienda che fa greenwashing da una che abbraccia veramente la sostenibilità come parte della sua identità.

Vantaggi di una Cultura Aziendale Sostenibile: 

Una cultura aziendale sostenibile offre numerosi vantaggi per le imprese. Oltre a contribuire a un futuro responsabile per il pianeta, ciò può portare a una maggiore reputazione aziendale, attrarre e trattenere talenti motivati, migliorare l’efficienza operativa, ridurre i costi, creare nuove opportunità di business e soddisfare le aspettative dei clienti sempre più orientati verso la sostenibilità.

Per approfondire

Se la tua azienda desidera costruire un futuro responsabile, ti invitiamo a intraprendere questo percorso di trasformazione culturale e a fare la differenza ->

Qui trovi le informazioni su Eco-shift un percorso di webinar per Orientare la Cultura aziendale verso un modello di business Responsabile e Sostenibile.

Cosa dicono dei nostri Webinar

Francesca Posocco, CEO di Kora comunicazione ha partecipato al Webinar Paperless e ci ha detto:

“Il webinar è stato come una doccia fredda: 66 minuti che ci hanno aperto gli occhi su una tematica specifica, ci hanno fatto riflettere sulle nostre abitudini e su come le possiamo migliorare. In poco tempo sono state coinvolte diverse figure aziendali e questo ha permesso di generare “reazioni a catena” tra le diverse funzioni aziendali e un coinvolgimento pubblico e dichiarato sui nostri intenti. Oggi dopo 66 giorni, siamo arrivati a risparmiare circa metà della carta che stampavamo prima.”

Scrivici per ricevere i materiali di presentazione: silvia@creography.com

– Oppure fissa un incontro per approfondire attraverso una video chiamata.

 

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Le 8 frasi che bloccano i progetti 11 Nov 2022 8:35 AM (2 years ago)

Siamo arrivati alla decima uscita di “Segreti d’Ufficio”, la rubrica che scardina la scatola nera delle dinamiche d’ufficio!

In questa edizione speciale, proviamo a indagare sui motivi che bloccano lo sviluppo dei nuovi progetti in azienda.

Lo facciamo con una formula nuova: un botta e risposta più serrato, per presentare 10 casi chiave e le potenziali soluzioni.

Si tratta di situazioni che noi di Creography abbiamo “toccato con mano” nelle aziende con cui abbiamo collaborato, ma che sono comuni in molte realtà.

Siamo sicuri che almeno una volta nella tua esperienza lavorativa hai sentito dire o hai detto…

e ricordati di scaricare  la  Checklist per lavorare anche sui punti deboli della tua organizzazione.

oooooo

1.

“Buona idea ma cinque anni fa non siamo riusciti a realizzarla”

Il destino dei nuovi progetti è beffardo. 

Spesso un’ottima idea dopo i primi passi finisce nel cassetto – e ci rimane – solo perché arriva nel momento sbagliato o perché non c’erano le condizioni giuste per il suo sviluppo.

Non è però detto che un progetto che non ha funzionato in passato non possa “ingranare” nel presente, con nuove risorse e un diverso contesto.

Per questo è bene tenere traccia del perché si decide di scartare eventuali nuove idee: ci aiuterà a poter valutare se ci sono le condizioni per far riemergere un progetto dal cassetto o eliminarlo perché incompatibile col futuro.

2.

“Tutto bellissimo, ma non so quanto sia fattibile”

Se credi che un progetto sia realizzabile, devi dimostrare a chi non ci crede che è tecnicamente fattibile. 

Per farlo, devi coinvolgere le persone giuste, per capacità decisionali e per competenze tecniche.

La loro visione aiuterà a capire se la strada è perseguibile e fornirà direzioni più concrete verso cui muoversi.

La vera sfida in questo caso è riuscire a coinvolgerle. 

Spesso proprio per via dei loro ruoli, sono le più impegnate.

Una manovra “subdola ma efficace” potrebbe essere incontrarle casualmente alla macchinetta del caffè, offrirgliene uno, con una scusa accennare al progetto e… pianificare una riunione.

3.

“Di questo me ne occupo nei ritagli di tempo”

Ci sono tantissimi progetti “a costo zero e impatto mille” che per essere realizzati hanno solo bisogno di un po’ di spazio di qualità sul calendario.

Questo spazio si può trovare anche nelle agende più piene, basta volerlo! 

L’importante è non relegarlo ai margini, cioè a fine giornata, tra un lavoro e l’altro o quando si è stanchi.

Per sbloccare e fare avanzare un progetto è necessario dedicargli del tempo operativo reale e la concentrazione che merita.

Scegli tu a seconda dei tuoi ritmi quando è il momento giusto. 

L’importante è che nel palinsesto della tua giornata al progetto sia riservata una fascia oraria “di punta”, quando la tua produttività è al massimo.

4.

“Bisognerebbe parlare con X dell’ufficio XYZ, ma è insopportabile”

Per realizzare qualsiasi progetto, anche il più piccolo, servono le persone (giuste). 

Anzi, la possibilità stessa per un’azienda di generare valore dipende dalla sua capacità di cooperare, dai vertici fino al singolo collaboratore.

Sembra una banalità, ma sono proprio i piccoli freni, le piccole incomprensioni, i qui pro quo comunicativi, a rallentare o bloccare – come sassolini in un ingranaggio – molti processi.

Migliorare la gestione del cosiddetto “fattore umano” è quindi la strategia più efficace, quanto sottovalutata, per incrementare la produttività.

La buona notizia è che si può imparare a comunicare meglio, a collaborare, persino a “gestire” e coinvolgere con successo quel collega che ci sta antipatico.

È una questione di metodo e applicazione.

L’obiettivo è creare spazi comuni, e felici, di collaborazione.

5.

“Il problema non è trovare le persone, è coinvolgerle”

Al netto di ogni altra motivazione, la ragione principale per cui alcuni  colleghi o collaboratori non sembrano partecipare col nostro stesso entusiasmo a un progetto è perché… non hanno tempo.

Se le persone interessate hanno già carichi di lavoro pesanti, un nuovo progetto, per quanto interessante possa essere, è automaticamente percepito come un peso in più.

Se non c’è modo di alleggerire il carico di lavoro, la chiave è partire dai vantaggi della collaborazione per il team e per il singolo, facendo leva sulla valorizzazione delle competenze personali.

Per i cali di energia durante lo sviluppo del progetto, invece, la cura è l’empatia, l’unica forza al mondo capace di eliminare le barriere e a fare emergere le motivazioni più profonde.

Dopotutto, la qualità di un leader non si misura solo sulla sua capacità di trasmettere, ma anche e soprattutto nel suo “saper ricevere”.

6.

“Il problema non è coinvolgere le persone, è non perderle per strada”

Progetto stupendo. Persone giuste. Grande entusiasmo alla partenza. 

Poi capita l’imprevisto, arriva un’altra priorità, una figura chiave si defila perché troppo impegnata, un’altra non convinta comincia a marciare contro impuntandosi sui difetti o sulla complessità delle azioni da portare avanti… 

Conclusione: il progetto finisce per arenarsi, ritornando nel cassetto di chi ci aveva davvero creduto.

Perché questa situazione non (ri)capiti, la soluzione è semplice, ma bisogna creare le condizioni giuste.

Innanzitutto, serve un piano d’azione che tenga conto dei carichi di lavoro di chi è coinvolto. Va definito sulla base del famoso mantra “Chi fa cosa entro quando” e va rinnovato a OGNI riunione.

Perché il piano d’azione si compia e si sviluppi nel tempo, è fondamentale la presa in carico del progetto da parte di un referente (ogni progetto, anche il più piccolo ne deve avere uno).

Il suo “scopo minimo” è quello di monitorare l’andamento e di coordinare persone e azioni.

A un livello più alto, a fare la differenza è la sua capacità di stimolare, ascoltare, coinvolgere, dare ritmo, fondendo leadership e fattore umano.

7.

“Molla tutto. Adesso dobbiamo pensare alla fiera”

In alcune realtà, il lavoro quotidiano è una perenne urgenza, una condizione a cui ahimè ci si finisce presto per abituare.

La giustifichiamo dicendo a noi stesse/i che lavoriamo in un settore ipercompetitivo, che gestiamo progetti complessi e che, in fondo, dovrebbero darci una medaglia per quanto siamo capaci di tenere duro.

La verità, nuda e cruda, è che si tratta solo di una organizzazione del tempo non efficiente e non ragionata.

Manca cioè la capacità di gestire le priorità, per cui c’è sempre qualcosa su cui è fondamentale concentrarsi e tutte le altre si accumulano, si perdono, generano stress e colonne di mail da leggere.

Nelle aziende in cui la gestione del tempo fa parte della cultura aziendale, l’emergenza è sempre un’eccezione, mai la regola!

8.

“Sì ma quanti rischi ci fa correre questa idea?”

Sempre più manager e imprenditori di settori ad alta competitività e innovazione stanno realizzando che l’unico modo per innovare è osare, è spingersi oltre, senza avere troppa paura di fare un salto nell’ignoto.

Per fare vera innovazione servono idee dirompenti, serve il giusto contesto perché possano essere stimolate e generate, ma serve anche che quando l’idea arriva trovi terreno fertile e non muri prefabbricati.

Anche in questo caso è una questione di cultura aziendale.

Per quanto sia sacrosanto valutare la sostenibilità di un’idea (vd. punto 2), se si bloccano le nuove idee sul nascere, se non si ha il coraggio di prendersi ogni tanto dei rischi, si perdono competitività e capacità di innovazione. E questo è un rischio concreto.

Della paura di osare, e di come superarla, ne parlo approfonditamente nell’e-book “Produttività Improduttiva

<- Segreti #9  Segreti #11->

Le frasi che bloccano i progetti
Ecco la checklist per segnare i punti su cui lavorare

Sei interessato/a ad approfondire l’argomento? 

Leggi Produttività (im)produttiva, un piccolo viaggio in 9 capitoli per provare a “uscire dalla trappola della finta produttività, attivare il cambiamento e scoprire che ogni giorno puoi creare innovazione”.

Lo trovi su Amazon, sia in versione cartacea che Kindle (e se hai l’abbonamento Kindle Unlimited puoi scaricarlo gratuitamente

 

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Forze su, portatemi ideee 16 Jul 2022 2:03 AM (2 years ago)

Creare il giusto contesto permette di lavorare meglio, fare meno errori, trovare più soluzioni, nulla di segreto.

L’informazione ormai è nota a tanti, meno note sono le modalità per innovare ogni giorno nel quotidiano.

Il Segreto d’ufficio numero 9 parla di questo grazie alla mail che di un responsabile di un ufficio marketing che apre la scatola del suo ufficio dopo una sua delusione.

oooooo

Cara Silvia,

innanzitutto mi presento. 

Sono Alberto, ho avuto ruoli commerciali per molti anni e adesso per una serie di cambiamenti in azienda da qualche anno sono responsabile marketing.

Coordino un bel team di giovani in gamba, a cui do molto spazio di azione e propongo molta formazione.

Dopo l’ultimo corso sul brand, ho deciso di lanciare una sfida interna, sia per stimolarli individualmente sia per capitalizzare quanto avevano appreso.

 

L’occasione era perfetta: creare un progetto di comunicazione per il 50esimo dell’azienda.

Come brief mi sono mantenuto sul semplice. Mi sono limitato a dire ai ragazzi: “Avete carta bianca, stupitemi!”

Al momento delle presentazioni, devo confessartelo, ero davvero entusiasta e curioso di scoprire le idee che avevano partorito.

Purtroppo l’output non è stato quello desiderato. 

Mi hanno proposto cose scontate, scopiazzando anche un po’ dai competitor.

Non posso dire di essermi alterato, però deluso sì, e la cosa l’hanno percepita un po’ tutti. Risultato: li ho bloccati ancora di più!

 

Ora prima di accusare loro, mi sono messo anche un po’ in discussione io.

Pensavo di aver creato un contesto stimolante, ma si vede che non è così.

Tu hai consigli, esercizi, pratiche magiche per riuscire a riattivare la creatività nel mio team?

Grazie, Alberto

oooooo

Caro Alberto,

 

è corretto, in qualità di responsabile del team sta a te metterti in discussione per migliorare le cose ed essere l’attivatore per una nuova rotta.

 

Il primo punto di attenzione che ti segnalo è che “passare da carta bianca a sindrome da foglio bianco”, è un attimo. 

In pratica hai dato loro il brief più difficile!

Se il bersaglio non è definito li metti in crisi. 

La creatività ha bisogno di vincoli: così come un terreno fertile se non viene seminato non produce “nulla”, anche noi essere umani abbiamo bisogno di input, riferimenti per generare idee, magari per i più ribelli per andare nella direzione opposta 😉 

Meglio quindi mettere qualche paletto, dare dei riferimenti, lasciando poi  la libertà di cambiare.

Siamo tutti intrinsecamente creativi solo che a un certo punto non alleniamo più questa competenza e ci convinciamo che i creativi siano quelli con abilità grafiche o gli artisti.

 

La creatività va stimolata attraverso il contesto e buone pratiche per cui ottimo che sei orientato a far fare formazione, una domanda: la scegli tu o la scelgono loro? 😉

Quello che puoi fare in più è co-creare con il team un vostro sistema di lavoro per rendere seriale la creatività, non fine a se stessa ma per trovare soluzioni, anticipare problemi, innovare e migliorare.

 

Tieni a mente che il carburante della creatività sono le connessioni, come sostiene la scrittrice Maria Popova che parla di “creatività combinatoria”:

 

 “Per creare davvero qualcosa di nuovo dobbiamo essere in grado di connettere punti, combinare e ricombinare pezzi e discipline diverse”.

 

Qualche consiglio per te ed il tuo team:

Un caro saluto,

Silvia

<- Segreti #8  Segreti #10->

Sei interessato/a ad approfondire l’argomento? 

Leggi Produttività (im)produttiva, un piccolo viaggio in 9 capitoli per provare a “uscire dalla trappola della finta produttività, attivare il cambiamento e scoprire che ogni giorno puoi creare innovazione”.

Lo trovi su Amazon, sia in versione cartacea che Kindle (e se hai l’abbonamento Kindle Unlimited puoi scaricarlo gratuitamente

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Migliorare la comunicazione aziendale riducendo le mail 13 Jun 2022 7:51 AM (2 years ago)

Come migliorare la comunicazione aziendale? Riducendo le mail!

Con questa provocazione, apriamo il nuovo numero di Segreti d’Ufficio”, la Rubrica che scardina la scatola nera delle dinamiche d’ufficio.

Come sempre, useremo un “botta e risposta” virtuale per parlare di una situazione reale del contesto lavorativo, una situazione in cui molti probabilmente si identificheranno.,,

Si conclude, come sempre, con i “consigli Creography” legati al caso!

oooooo

Ciao Silvia,

mi è appena capitata una brutta situazione in ufficio e ho bisogno di un confronto con te.

Ti riassumo brevemente il “fattaccio”.

Lavoro in un ufficio acquisti e noto un’incongruenza per un ordine: per fartela semplice, si trattava di un pezzo – di questi tempi molto costoso – da un fornitore con cui non lavoriamo da un po’ di tempo.

Quindi scrivo al collega arrivato da poco che forse potremmo fare una scelta diversa, spiegandogli un po’ lo storico della situazione.

Risposta secca: “È una richiesta dell’ufficio tecnico”.

Diciamo che sono abbastanza “focosa” di carattere, quindi mi sale subito il nervoso per il tono ma decido di procedere comunque con l’ordine per non pensarci più.

E invece…

Pensa che questo succedeva ieri e il fastidio non mi è ancora passato, ci sto ancora rimuginando.

Adesso sono tentata di inoltrare la mail con in copia amministrazione, capo e ufficio tecnico aggiungendo un “Attenzione che secondo me c’è uno spreco bello grande qui”.

Sono all’ennesima stesura e il tono è sempre troppo acido, per usare un eufemismo 😉

 

Mi dai una mano a gestire questa situazione?

Grazie, Luciana

oooooo

 

Eccomi Luciana,

hai fatto bene a non mandare una mail se non eri convinta. Soprattutto perché come già saprai i toni acidi non sono funzionali se vogliamo essere ascoltati davvero.

Purtroppo spesso con la comunicazione scritta non si riesce a trasmettere una serie di informazioni che nel dialogo a voce comunichiamo con il nostro tono e con il nostro corpo. 

 

Tu forse hai interpretato quel “È una richiesta dell’ufficio tecnico…” come “…quindi si fa come dice l’ufficio tecnico. Tu che competenze hai per contraddirli?”. 

 

Magari invece era un “Capisco le tue argomentazioni, ma è una richiesta dell’ufficio tecnico. Sono pieno di lavoro e purtroppo non ho tempo di affrontare la questione. Ci sarà una motivazione valida per l’ordine, dopotutto i tecnici sono loro”.

 

Ora, dato che un passaggio via mail lo hai già fatto e le tue osservazioni sono rimbalzate indietro, quello che puoi fare è un salto in ufficio tecnico o ancora meglio “escogitare” un incontro alla macchinetta del caffè con il tuo collega.

 

Un faccia a faccia in questi casi è molto più produttivo di un’incomprensione da remoto. Potrai argomentare meglio al collega o dare la possibilità al tecnico di ragionarci.

Vedrai che con buona probabilità si tratta proprio di questo: un’incomprensione.

 

Quindi il mio consiglio è:

 

Spero di esserti stata d’aiuto.

Un saluto caro,

Silvia.

<- Segreti #7  Segreti #9->

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Chi ha detto che lo scarabocchio non è professionale? 12 May 2022 8:28 AM (2 years ago)

Lavorando quotidianamente con professionisti, imprese, enti e società, noi di Creography entriamo in contatto con contesti diversi e con un variegato numero di voci e punti di vista!

ConSegreti d’Ufficio” la Rubrica che scardina la scatola nera delle dinamiche d’ufficio, vogliamo portare alla luce alcune situazioni comuni, condividendo consigli e risposte nella speranza che possano essere utili a chi legge.

In questo numero, parliamo a chi ama scarabocchiare, una pratica che poco si adatta a un contesto professionale. Ma è davvero così? E se diventasse invece uno strumento utile a livello lavorativo?

 

Scopri il caso di Chiara e la nostra risposta.

oooooo

Cara Silvia,

ti condivido un mio segreto, che poi tanto segreto non è.

Io… scarabocchio

Dove come e quando? Praticamente dappertutto e in ogni momento.

Lo faccio da quando sono piccola e non me lo sento di chiamarlo “vizio”.

Anzi, forse è una delle cose che sento più naturale e mia.

Scarabocchio quando sono al telefono, quando sto pensando, quando ascolto.

Nessuno me lo ha mai fatto notare fino alla settimana scorsa.

Durante una riunione, un responsabile mi fa la battuta “Sei con noi?” e giù grandi risate da parte dei colleghi.

Mi fanno notare che con il mio continuo scarabocchiare sembra davvero che mi stia facendo gli affari miei o pensando ad altro. 

Sono rimasta spiazzata, giuro che non mi sarei mai aspettata di dare quell’impressione.

Proprio io che di solito sono quella a cui la gente viene a chiedere le cose.

 

Ora sono combattuta. Non posso certo, diciamo, “limitare il mio estro”, ma se gli altri lo percepiscono in maniera negativa devo assolutamente trovare una soluzione.

Tu hai consigli su come gestire la situazione?

Grazie per la risposta!

Chiara

oooooo

Cara Chiara,

fai un passo indietro e prova a osservare la scena da lontano, come se fossi una mosca. Cosa vedresti?

Avanzo un’ipotesi, estremizzando un po’: vedresti una situazione in cui c’è una persona che sembra altrove, che guarda poco negli occhi gli altri che, bene o male, stanno partecipando e si stanno confrontando. Anche se questa persona ogni tanto interviene in modo brillante qualcuno potrebbe pensare: “Ah, finalmente si degna!”.

Più ci immedesimiamo nei possibili punti di vista altrui più riusciamo a facilitarci la vita e questo esercizio può aiutare a uscire dalle nostre emozioni e dal mono-punto di vista, che è sempre un limite.

Il passaggio successivo è parlarne con i diretti interessati per avere un punto di osservazione opposto al tuo! 

A ogni modo, ho buone notizie per te!

Sappi che i benefici della scrittura a mano, o anche dello stesso scarabocchio, sono più che dimostrati scientificamente!

Per riassumerteli, scrivere a mano:

 

Quindi la soluzione migliore potrebbe essere quella di trasformare il tuo “non vizio” in una dote dal valore aggiunto! 

 

Il mio consiglio è:

 

Spero di esserti stata utile!

Silvia

<- Segreti #6  Segreti #8->

Sei interessato/a ad approfondire l’argomento? 

Leggi Produttività (im)produttiva, un piccolo viaggio in 9 capitoli per provare a “uscire dalla trappola della finta produttività, attivare il cambiamento e scoprire che ogni giorno puoi creare innovazione”.

Lo trovi su Amazon, sia in versione cartacea che Kindle (e se hai l’abbonamento Kindle Unlimited puoi scaricarlo gratuitamente)

L'articolo Chi ha detto che lo scarabocchio non è professionale? proviene da Creography | Coaching per l'innovazione.

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Prendersi una pausa dalla produttività 15 Apr 2022 7:50 AM (3 years ago)

Sesta uscita della rubrica Segreti d’Ufficio”, la rubrica che scardina la scatola nera delle dinamiche d’ufficio. 

Tutti siamo cresciuti con la cultura del fare, con l’immagine dell’uomo/donna impegnati e con l’agenda sempre piena.

Oggi grazie alle app per la produttività, essere più produttivi sembra essere diventato più efficace e alla portata di tutti.

 

Ma ne siamo davvero sicuri? 

Non c’è invece il rischio che il produrre a tutti i costi diventi un’ossessione improduttiva?

Ne parliamo grazie alla lettera di Marco, manager e presto neo papà.

oooooo

Cara Silvia,

notiziona: tra 6 mesi diventerò papà di una bambina!

L’emozione è talmente forte che non so descrivertela. Ti cambia davvero le prospettive.

Ho passato gli ultimi anni a investire sulla mia carriera, cominciavo a inviare mail al mattino prima di colazione e finivo ben oltre l’orario di lavoro.

Un giorno di un mese fa, ho avuto un’illuminazione, se così si può chiamare.

Mi son chiesto: ma con sti ritmi quando mai troverò del tempo da dedicare a mia figlia?

Quindi mi sono dato una sfida: provare a essere più produttivo con l’obiettivo di uscire alle 18, senza sensi di colpa e continuando a fare una bella figura con i miei capi.

Mi sono messo subito a testare qualche app sul time management e ho divorato un libro sull’argomento. 

Sono arrivato a contare i minuti al giorno che sprecavo in azioni inutili e mi son reso conto che ironicamente anche star dietro alle app richiedeva tempo.

Dopo un primo entusiasmo iniziale, ora mi sto chiedendo quale sia la via giusta da seguire, con la consapevolezza che 6 mesi passano veloce e vorrei – almeno lavorativamente -, farmi trovare pronto all’arrivo della piccola.

Hai consigli per non cadere in trappola?

Marco 

oooooo

Caro Marco,

innazitutto supermegacongratulazioni!

approvo in pieno la tua sfida e se posso contribuire ne sono più che felice!

Prendi un bel respiro, però.

Capisco che tu voglia arrivare pronto e mi piace la tua voglia di metterti in gioco e di migliorarti. 

Ma attenzione: la produttività spinta all’eccesso può diventare un’ossessione!

Se mi permetti di sdrammatizzare mi viene in mente Furio, il papà iperorganizzato interpretato da Carlo Verdone in uno dei suoi film. Ecco, il rischio è quello.

Il rischio è quello di stare sempre all’erta, anche fuori dall’ufficio per rincorrere l’ultima app o il metodo che in qualche modo ci farà diventare più performanti.

Addirittura il non staccare mai viene visto da molti come un valore più che positivo, fenomeno che è così diffuso che è stato creato un termine ad hoc per descriverlo: il busy bragging, cioè il vantarsi di non avere tempo libero.

 

Poi però, se ti capita di chiedere in giro “Come va?” tutti ti rispondono che non riescono a stare dietro a tutto e che son sempre di corsa. E non sembrano molto felici della situazione. L’hai notato?

 

Questo perché  l’essere in azione non è sempre sinonimo di migliorare o raggiungere risultati.

Anzi la mia opinione è che il “fare per fare” alla lunga è controproducente, soprattutto se non è accompagnato da una pausa di consapevolezza.

 

Per lanciarti una provocazione che vuole essere uno stimolo, nel fatto che tu lavorassi oltre l’orario d’ufficio io non ci vedo un “investire sulla propria carriera” ma una gestione del tempo poco efficace!

Tu stesso, monitorando la tua giornata ti sei reso conto di sprecare minuti preziosi.

Alcuni piccoli consigli:

 

Un caro saluto,

Silvia

<- Segreti #5  Segreti #7->

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